martedì 29 giugno 2010

che poi cosa vuol dire

ascolto canzoni d'amore e basta, non riesco a sentirne altre e sopratutto ripeto la stessa per ore e ore, singhiozzi di malinconia mi accompagnano trascinandomi su e giù per casa, se chiudo gli occhi vedo baci e dolcezze e sguardi e fumosi finali, quando li riapro non riesco a pensare...mi sento stordita e col cervello di una cretina rincoglionita di 15 anni alla sua prima cotta.
allora è vero, mi dico: ti sei innamorata. per lo meno adesso lo so. se è una malattia spero passi presto.

lunedì 28 giugno 2010

nel frattempo

Se tu, poniamo, una sera, anche fosse questa sera, decidessi di chiamarmi verso l’una, mentre io ascolto la musica sul letto e quasi mi addormento dondolandomi su pensieri di materia astrofisica; se tu dicevo, mi chiamassi a quell’ora e io stupita ti chiedessi cosa c’è, e tu mi rispondessi che sei sotto al portone, che mi aspetti, allora io scenderei e ti verrei incontro baciandoti e partiremmo per una notte imperdibile a piedi, viaggiando sconosciuti nella città straniera, ci perderemmo per i vicoli, ci fermeremmo in ogni posto per baciarci, per tenerci tra la braccia e sentire i fianchi e le mani toccarsi, per scrutarci la pelle del viso e della guancia a quella distanza da microscopio, e scopriremmo stupefatti quanto siamo belli l’uno per l’altra, e continueremmo così fino all’alba.  
Fino a che la stanchezza non vincerà, noi incroceremo strade deserte e ci infileremo in pertugi improbabili a fare l’amore, ci sfioreremo i nasi e le labbra sfioreranno gli occhi più di una volta, e, ogni tanto ci guarderemmo stupiti. Stupidi che questa cosa stia accadendo. Adesso.

...

Come si racconta il calore di un corpo appoggiato ad un altro corpo?
Quel calore trasmesso nonostante i vestiti, quell'attimo di vibrazione erotica in cui tutto sembra poter succedere?
Ti vorrei raccontare questo calore, e il momento in cui si capisce, nonostante tutto e contro ogni logica.
Falliscono miseramente le ragioni della mente davanti a questo calore.
Pelle su pelle, mani nascoste tra le pieghe di una gonna, sono la stessa cosa, è una forza primordiale, e io sono impotente di fronte a ciò.

domenica 13 giugno 2010

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no.
non va.
c'è qualcosa che non va.
c'è qualcosa di sbagliato.

giovedì 3 giugno 2010

tremendi e distanti

Idee di indignazione, anime dolci a venire giù a dirotto come il cosmo come la pioggia, come queste lacrime che non trovano spazio perché non c’è spazio per capire nemmeno cosa si prova, dove sia il dolore, cosa sia la fatica di provare a toccare, ad esplorare il mondo con ingenua verità, con la libertà di dire sempre nient’altro che la verità, perché la realtà ha un significato sempre nuovo, ogni volta che annusiamo questo o quello, un fiore o una discarica, la seduzione del torbido e la gloria dell’eroico. Ogni mutevole azione, ogni sguardo e ogni soffio di vento, i sospiri accarezzano le foglie e il vento scivola tra le dita come se tutto avesse un’importanza precaria. Mutevoli gli sguardi sul mondo, stupita da tanto rumore, da tanto colore, tutti i suoni del mondo tutta questa velocissima giostra che mi fa vomitare, mi fa votare per scendere, mi fa voltare la faccia e guardare all’insù. Ricchi e appassionanti temi di filosofia. Vorrei potermi annullare tra il mouse e il computer, essere solo carta e aria e niente e nessuno e volare e osservare e non fare del male. Ma mi muovo con la grazia di un rinoceronte con il fiato corto e zoppo alla zampa posteriore sinistra, che non sa dove andare che ha perduto le staffe e la regina di cuori gli taglierà la testa e lui corre goffamente verso la salvezza rimbalzando sulla terra col suo peso imbarazzante…il peso dei nostri discorsi il peso dei nostri corpi il peso…ci disturba, ci inibisce, ci disegna, ci formalizza, ci manifesta, ci percorre, ci piega, ci ammazza. Amore amore amore amore amore amore amore… ma che cazzo vuol dire amore, e cosa significherà davvero amare. Quando ho studiato l’acciaio me l’hanno suddiviso in acciaio dolce e acciaio armonico. L’acciaio dolce è molto meno resistente dell’acciaio armonico. La dolcezza non resiste granché. L’armonia ha qualcosa di più sublime. È bello resistere come questi materiali a tutte le prove che cercano di piegarti, o di spezzarti, durante questa vita. La dolcezza e l’armonia, l’armonia come qualcosa di più, di sublime e di bello.  Il sublime come portatore in sé dell’essenza del terribile, bello che ti fa paura. Dove sta la chimica, dov’è la capacità di capire se la chimica è negli sguardi della gente, nei gesti e nelle parole…

Tremendi e tremanti anneriti e distanti
Sguardi ingialliti
Metafore disposte in fila nel vecchio comodino
Prendono e partono fanno un viaggio e ritornano
Tu temi gli sguardi che non si vedono al buio
E poi la luna sempre la luna
Piena o a metà
Mèta per un cuore a metà
Siamo distanti troppo distanti
Attente voci di pensieri pesanti
Tu io noi loro e…
Qualcosa.