mercoledì 23 dicembre 2009

c'è la luna sui tetti

E ogni volta mi innamoro. Dalla finestra della mia stanza si vedono i cipressi del cimitero, particolarmente scuri e verdi e brillanti in questa giornata uggiosa. Nuvole pesanti e grigie occupano i due terzi del dipinto vivente incorniciato da questa grande finestra. Il foglio della sezione architettonica da completare per restauro sta aspettando solo me. Ma come spesso accade c’è una cavalleria di emozioni fortissime che mi preme in gola e vuole uscire. E io non posso che sottomettermi a questa necessità. Cazzo. Ma perché si deve sentire così forte e amplificato tutto quanto?! Come sarei curiosa di sapere se capita solo a me.
Io provo a focalizzare concetti di bellezza per dimenticare…

… PASSEGGIANDO PER ROMA SOTTO NATALE

Ha i colori dell’inverno davanti agli occhi: nella ripetizione ritmica di un fotogramma fisso, tra gli autobus che sfrecciano veloci, di una casa romana con terrazza e un nome di via illeggibile tra le foglie di una piccola quercia. E rimane solo via. Via come andare via, come gli autobus vanno via. Se solo arrivasse il mio. Pazienza. Prende spunto dal suo vicino e nell’attesa si accende una sigaretta, una delle rare, pensare che fuma solo per l’estetica del gesto. L’odore del tabacco fa l’effetto di un ricordo.
Ma io penso, penso continuamente. A tutto, a troppo. Penso a T. e a M., alle consonanti e a come suonano bene, a come siano più belle delle vocali. Ma fottetevi tutti stronzi. Vi voglio bene ma chi l’ha detto che devo capirvi? È ancora caldo il ferro, è rovente. E quando ti penso amica mia, mi incazzo a morte con te e ti odio. Sei una stronza e lo sei stata tutte le volte che mi hai ferita. Lo capisci che non ti posso perdonare? Eppure…come lo vorrei!!
Giulia pensa che non capisce, che non c’è motivo machisenefrega. E poi accade che certi sogni durino giorni e una città possa avere scritto AMORE a caratteri cubitali tra i binari dei treni alla stazione.
Cos’è la vita senza l’amore? Si si. Come un albero secco. Senza foglie. Ma immaginatelo, quest’albero: rami secchi, forti e nodosi, in un susseguirsi di diametri sempre più sottili si stagliano coraggiosi verso il cielo grigio-azzurro dell’inverno, in forte contrasto con la sagoma dell’albero. Potente, coraggioso, solitario e bellissimo. Passione e amarezza. Pare dire: << Sono il sogno dell’infinito, dell’immortalità, sulla mia corteccia sono incisi date e luoghi, quando e perché, di ogni gesto, di ogni bacio, di ogni amplesso>>.
Ferma in un secolo di istanti assurdi, arriva l’autobus. Giulia respira. Prende una penna e sbrodola frasi sporche e mozzate, sbagliate e mescolate di noia. Ora attende e riflette e cerca di capire, ma vede che non ce la fa. È assurda la vita? Ha senso interrogarsi sul niente? Reazioni allergiche davanti all’idiozia di due tredicenni parioline che parlano di sushi quasi fosse un dibattito sulla critica della ragion pura: sabotatrici dei modi e dei tempi della crescita, dei tempi degli aperitivi e dell’arte della seduzione, imparata inconsapevolmente da donne troppo mondane e impegnate per preoccuparsi di comprare delle stupide barbie alle loro bambine, ovviando a ciò con tanti soldi “ecco tesoro mio, comprati quello che vuoi”, e loro ci vanno a comprare il sushi. (un vago ricordo di canti della rivoluzione, contro i borghesi , viene in mente a Giulia in questi momenti, poi si ricorda di essere, anche lei, una stupida borghese).
Scende dall’autobus.
Odore di cannella e frutti secchi. Piazza Fiume natalizia con il gospel all’angolo della Rinascente. La libreria sotterranea e Lou Reed (amo i proprietari che ascoltano sempre ‘ ste musiche fighe) Cerco un libro…Pessoa…il libro dell’inquietudine…e un calendario…il Piccolo Principe…Sì, grazie, arrivederci e buon Natale.
Villa Albani al ritorno, niente lucine intermittenti, solo silenzio e freddo. E davanti quella vecchia casa malconcia e affascinante. E noi, che andiamo avanti dimenticando i sorrisi più belli, invecchiamo, come splendide rovine. Come questa casa, come le belle case…
Il senso della vita. Sì.

domenica 13 dicembre 2009

Odore di vinavil

Prima giocavo con la colla. Avevo due scatole delle scarpe, un ripiano vuoto del comodino e per niente tempo da perdere, ma sapete com'è, quando la mamma dice al bambino "non mangiare la cioccolata!" il bambino appena può va là e la mangia. Io ho fatto lo stesso con la mia coscienza. Sarà perché è quasi Natale e si è tutti più buoni, io voglio esserlo con me stessa (so che me ne pentirò poco prima degli esami, lo so...ma che importa?).
Insomma mi ritrovavo lì per terra, gambe incrociate, una bimba con le mani tutte impiastricciate di colla, una piantina della città di Parigi mezza incollata, un po' arriccita, un foglio di giornale marocchino direttamente da Marrakech e...tutto d'un tratto sobbalzo ricordandomi che circa tre quarti d'ora prima avevo messo a bollire l'acqua per il tè...mi alzo alquanto goffamente e inciampo sui fogli per terra, rovescio il bicchiere con la colla fino alle rotelle della sedia, vado in cucina e lo trovo spento...Uff!!! Una delle mie magiche coinquiline l'aveva spenta, ci aveva messo la bustina del tè e lui stava lì, in attesa di essere bevuto, tranquillo come la luna.
Mentre pulisco il danno a terra e bevo il mio tè rischiando di impiastricciare tè e colla in un nuovo e mistico sporco che qualche prodotto delle pulizie potrebbe prendere ad esempio delle sue performance in qualche mediocre pubblicità, penso al paragone con la luna. Perché, mi chiedo, la luna dovrebbe essere calma, sta così vicina alla terra, dovrebbe essere in ansia pazzesca, rischia di esplodere o di essere sommersa di rifiuti umani ogni minuto. Se fossi nella luna opterei per due soluzioni, mi dico, la prima sarebbe andarmene via lontano, rinnegando lo stretto legame con la terra e cercando la mia strada altrove, senza di lei, che si è fatta ormai corrompere da questo genere umano che prima o poi la distruggerà; la seconda opzione sarebbe più coraggiosa, perché mai proprio la luna dovrebbe andarsere via da un luogo che occupa ormai da milioni di anni? Semmai è la terra che con il suo comportamento dissoluto sta rovinando l'aria a tutti, e quindi opterei per un bell'impatto terra luna, le andrei a sbattere di botto, la frantumerei in mille pezzi, chiederei anche l'aiuto di venere e marte che lo so ce l'hanno a morte anche loro con la terra, con tutti quei continui satelliti che continuano a disturbarli...
Mentre mi immedesimavo nella luna ho capito che se fin'ora non se n'è andata, deve aver scelto l'altra inevitabile soluzione per liberarsi della terra, quindi ho buttato a terra tutto, rompendo la tazza e creando un secondo ancora più improbabile impasto di sporco, e a piedi scalzi (veramente con calzini) sono uscita di casa e gridando dal red carpet dell'ingresso (una mattina esco di casa e trovo questo tappeeto rosso natalizio, devono aver capito che dimorano persone importanti in questa casa, ma spero che la mia identità continui ad essere segreta) cercavo di far capire ai passanti che a breve la luna si sarebbe schiantata sulla terra, che non ci sarebbe stato più natale!
Non mi ha cagato nessuno, così sono rientrata un po' esterrefatta ma tant'è, ho pensato, se non frega a nessuno, perché dovrei farmi carico proprio io di questo? Mi sono nuovamente infilata nei panni di una studentessa modello (spero che qualcuno ci sia cascato, ma mi sembra ancora una copertura poco credibile) e mi sono messa a scaricare quintali di film porno, per il mio amico immaginario. Ora nonostante tutto ci credo alla storia della luna, penso che questo avverrà nel 2012, in fondo tutto combacia, abbiamo rovinato un pianeta ma non siamo tutti stupidi, qualcuno si salva anche tra miliardi di virus come noi.
Avrei voluto che accadesse tutt'altro. E invece è accaduto questo.