lunedì 28 febbraio 2011

Come i bambini come i bambini come i bambini


Gli amici che parlano lingue straniere e si confondono e si sparpagliano per il mondo
E prendono e partono e ci salutano a tutti e poi mi accorgo che perdo bolle insaponate di parole mentre lavo i piatti del giorno prima… e me le scrivo nella mente e poi le bevo nel caffèlatte. E il restauro dei miei coglioni e la bella vita che ci sarà dopo, e tutti gli amici e tutta la vita.
E come mi sento e come ti senti e come mi senti e come ti sento. Leggeri. 
Aspettami lì, sta arrivando la primavera.

mercoledì 9 febbraio 2011

18/12/2010

La verità è che intorpidisce. Il caldo il freddo e CristoNostroSignore. Il problema più lucido che mi sono posta ultimamente è come superare le contingenze. Per il resto devo dire che siamo stati sfortunati.
Sfortuna e aporie si sono susseguite dando al tempo il valore di un attimo in cui capivo, continuamente e nuovamente, che mi amavi a modo tuo. Senza stare lì a dar per scontato un futuro che non ci troverà, perché saremo già lontani allora. O assolutizzare certe rigide dogmatiche sentenze di corpi estranei e imprudenti. Ce l'ho con gli altri nella misura in cui non ti amano. E come mi piace dire "nella misura in cui".
Hai tutti gli indizi necessari per capire.
Guardare bulimicamente mostruosità è la pena che mi affligge da quando hanno inventato facebook. E tu che non ti scuci quasi mai, mi fai pensare che siamo quasi uguali, ma che vorrei vomitare piuttosto che parlare ancora con me stessa.
Ti sto lasciando in eredità qualcosa di più profondo del bilanciamento del bianco su una nikon. Ti sto dicendo che è tardi e cosa abbiamo imparato lo capiremo poi, forse.