sabato 15 maggio 2010

batte la pioggia su tende azzurrine

La pioggia bagna. Ti bagna i vestiti che hai addosso una sera mentre cerchi di raggiungere certi sorrisi, nel ritardo dell’ora successiva all’appuntamento. Scrosciate di pioggia attraversano la strada larga e nera, dove i lampioni riescono a malapena ad illuminare il bagliore luccicante dell’acqua. Ti si bagnano perfino i calzini e alla prima occasione spingi la timidezza nella piega più nascosta della borsa e ne chiedi in prestito di puliti. Saranno stati i calzini o la pioggia, o il cioccolato, la birra e una stanza accogliente, alcune note di poesia accompagneranno per sempre il ricordo di quella sera piovosa.

La pioggia lava. Lava le macchine impolverate, aride di questo tempo secco e morto, senza illusioni e senza speranze, lo lava e lo pulisce, e toglie il disincanto. Entri in macchina per tornare, e trovi qualcuno che ti cerca con baci sulla bocca, cadenzati dal ritmo della pioggia: comincia a venir giù, prima batte piano e lentamente, poi comincia, sempre più insistente … e nella macchina ci lasciamo dissetare, curiosi e attenti, dal suo venir giù copioso. Com’è bella la pioggia. Porta un po’ di nord tra questi comignoli, ora che il nord ha un senso preciso. Crea una pellicola tra te e gli altri, crea un distacco naturale che rispetta di più le nostre individualità anomale e strampalate.

La pioggia asciuga. La pioggia deve fare qualche magia perché dopo la tempesta il sereno arriva sempre con sorpresa, cessa quel battere insistente quasi di botto, e rimane il silenzio. Rimangono piccole gocce gocciolanti, sembra che il cielo abbia finito di strizzarsi. Asciuga le lacrime rimaste sospese, quando finisce. Ti lascia asciutto la fine della tempesta. Torni a casa tra pozzanghere che riflettono ampie nuvole bianche e pezzi di cielo blu. E il sole in mezzo.