Lo so che non sono niente
per te, e che nella tua vita sono paragonabile ad un granello di polvere sul
cuscino, che basta un soffio di vento ad alzarlo e mandarlo via lontano. Non ho
idea del perché ma ti penso più spesso di quanto ero disposta ad ammettere fino
a qualche giorno fa. Vedi, cambio spesso opinione pure io. Tu non sei niente
per me, e non eri niente un mese fa, venti giorni fa. Ma sei sempre stato
comunque qualcosa, fin da quando ti conosco. Tenerezza, affetto e dolcezza. Compagnia,
sì certo: buona e calda compagnia, anche se le mie mani fredde, taglienti come
lame, irrigidiscono ogni possibilità di
dialogo.
Tu sei.
Basta semplicemente questo, ora che l’ho percepito quasi di
nascosto, tra le pesanti pieghe di filtraggio dei sentimenti che si ispessiscono
ogni anno che passa, ogni volta che non amiamo più, che rimaniamo duri e
freddi, che pensiamo bastare a noi stessi. Tu sei per me qualcosa che non
riesco a descrivere a parole e che non rientra nell’ordinario, ma che mi ha
stupito, fin dai primi momenti, non so che cosa mi ha colpito di più, tra la
tua statura immensa, che mi fa paura, o la tua bellezza, che mi rende muta.
Perché mi piaci come non
mi è mai piaciuto nessuno così tanto. E non l’ho mai detto a nessuno e mi
vergogno ora, subito, dell’onestà di queste parole. Sono cose che non vanno
nemmeno sussurrate, sono cose che se si dicono, hanno il malvagio potere di far
morire tutto. Ma io le sto dicendo perché credo sia già morta, per adesso e per
i prossimi anni almeno, ogni possibilità per me e per te di far crescere
qualunque cosa fosse nata. Sono state le tue parole, è stata la mia tesi e i
tuoi impegni. Non me ne faccio un cruccio e sono tranquilla mentre guardo i
friabili ricordi di alcuni dettagli dei nostri incontri fugaci. Mi vergogno. Ho
provato sensazioni così belle che mi vergogno per quanto non riesco a capire
come faccio a meritarle. E ti ringrazio, e ringrazio ogni minuscolo dettaglio
del tempo passato, perché mi fa capire sempre tante cose, e quanto sia
importante capirsi bene, e capire che questo vale anche e soprattutto per sé stessi.
Tu nella mia vita non eri
niente, e ora sei una finestra che affaccia su un mondo bellissimo, ma che è
troppo alta per me, e non ho niente con cui potermi arrampicare per aprirla.
Spero di costruirmi una
scala, nel frattempo, e poi imparare a salirla.