sabato 13 marzo 2010

Il mistero della melanzana

Certo è interessante osservare dal suo interno la vita universitaria di un fuori sede nel weekend sfigato di studio che rimane nella città straniera. Mettendo un attimo da parte le epifanie rivelatrici di sommi esemplari direi giurassici che non potevano rimanere a lungo celati, come il venerabile Ludovico Quaroni, lasciato nel cassetto forse troppo a lungo e per ragioni di rivalità dal sapore davvero troppo infimo come il nome della facoltà gemella…
Mettendo un attimo da parte quindi il preciso scopo di restare per studiare, ci sono altri scopi che trovano nelle necessità primarie la loro essenza.
Mangiare, per esempio. Una melanzana in frigorifero rimanda alle melanzane grigliate mangiate in cucine estive nella sicilia dei nonni, o alle polpette di un’improbabile cena a quartiere prati, o alla pizza con quelle lievi e morbide sfoglie “melanzanose” sopra, o a paste succulente con ricotta e pomodorini e a involtini di carne dal sapore delicato…
Cavolo quante buone cose si possono fare con le melanzane!
Ed ora entra in scena il proverbiale disamore a cucinare del fuori sede. Anche la mancanza di tempo sufficiente per realizzare quei piatti così buoni ma complicati è un fattore essenziale della sfiga che dirò poi.
Quindi si direbbe che il piatto più sicuro e veloce sarebbero le melanzane grigliate. Ma a ben vedere, tra i tanti ricordi della cucina romana, intesa come quel luogo senza tempo (causa orologio ikea non funzionante) direttamente attaccato alla mia stanza, oltre ad una padella andata a fuoco e svariate caffettiere bruciate, ci stanno affumicazioni ripetute dovute all’utilizzo della griglia perché la cucina è senza cappa…e siccome si è ancora in inverno e cucinare con accanto un pinguino non fa bene alle mie mani senza circolazione…scelgo di optare per una via di mezzo inventata da me sul momento, memore di un gustosissimo contorno preparato da Rosa (la nuova badante dominicana di nonna) in cui le melanzane, gloriosamente rotonde, ricche e paffute, erano cucinate ad arte e morirono presto nei nostri stomaci.
Ipotizzo una padella e un po’ d’olio, taglio a fette le melanzane e metto sul fuoco, con il coperchio. Intanto prego che la scansione antivirus del computer vada in porto senza traumi, mi faccio anche un’insalatina così sicuramente in quanto a verdure posso considerarmi soddisfatta, attendo con impazienza un tempo minimo e riapro il coperchio per vedere come stanno le mie melanzanine…
Tutte incollate sulla padella.
Attivo il forchettone d’emergenza per staccare le ree adesive dal fondo già bruciato, cercando di non pensare che tutto è perduto anche se il fumo direbbe il contrario, prendo con decisione una tazza, la riempio d’acqua e la butto in padella, crepitìo di melanzane sofferenti ma sempre incollate, allora le prendo una a una con la forchetta e le stacco finalmente, morendo ad ogni istante nel vederle sfracellarsi e sfaldarsi e rimanere per metà sul fondo…
Una poltiglia è quel che rimane. Il sapore è buono, ma ho fatto un ‘insulto alla bellezza talmente grosso che mi sento proprio debilitata…quindi: caffè, riposino e buonanotte.
NB: La padella attende ancora nel lavandino di essere scrostata.
Che bella, la vita fuori sede.

3 commenti:

Framomo86 ha detto...

HAHAha, hai una verve comica niente male! =). Ma sei proprio così un disastro in cucina? Tra pentole bruciate, macchinette del caffè andata non so se sono peggio di te o no.

.ailuiG ha detto...

eh ehe h diciamo che quella era una ricostruzione generale degli avvenimenti catastrofici subiti dalla cucina nell'arco degli anni, e tutte le coinquiline ne sono responsabili! in effetti io ho contribuito largamente, ma come tutte del resto :D
di storie ce ne sarebbero...l'elastico lasciato arrostire nel forno, con la conseguente puzza di bruciato per settimane, la vampata di fuoco in padella in una notte delirante a base di vodka...oppure...bhè si, ce ne sono a valanghe XD

Mr.Livingstone ha detto...

Ritratto realistico della cucina fuorisede. E, non so perchè, ma l'uso del verbo "ipotizzare" mi è particolarmente piaciuto.